Individuazione e soluzione dei problemi sanitari connessi all’ambiente.
Il caso Taranto ribadisce un insegnamento: ignorare e sottovalutare la
basilare relazione tra ambiente e salute genera drammi ambientali,
sanitari, sociali ed economici.
In Italia è necessario imparare ancora la lezione di Seveso (diossine),
Cornigliano (acciaierie), Marghera e Priolo (petrolchimiche e raffinerie
di petrolio), Casale Monferrato e Spezia (amianto), Spezia, Monfalcone
(cantieristica navale), ecc.. Queste tragiche lezioni vanno applicate con
convinzione a tutte quelle aree in cui ampi strati di lavoratori e
popolazione generale convivono con regolari emissioni inquinanti
provenienti da acciaierie, centrali a carbone, impianti chimici,
inceneritori, cementifici, impianti geotermici, traffico veicolare, ecc.
I Medici per l’Ambiente (ISDE, Italia) ricordano che qualificate ed
indipendenti evidenze scientifiche internazionali (anche italiane) hanno
chiaramente dimostrato l’associazione tra inquinamento ambientale e gravi
danni alla salute umana (non solo tumori).
E’ quindi una priorità agire con competenza e tempestività per eliminare
l’inquinamento atmosferico, idrico, ecc. per ridurre i connessi danni
all’ambiente, alla salute umana ed alla società. Le competenze
scientifiche e tecnologiche ci sono. Applicarle subito è quindi possibile
per attivare il circuito virtuoso che finalizzi la produzione ed il
Dio-mercato verso il miglioramento della qualità della vita delle persone,
e non viceversa.
La società come il PIL ne risentiranno positivamente. Basta osservare la
ripresa sociale ed economica delle aree cittadine che
riconvertono i parcheggi e le vie trafficate in spazi liberi e pubblici
con piccole ma produttive attività culturali, commerciali, turistiche,
ecc.
Medici per l’Ambiente (ISDE, Italia)
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